- La capacità d’immaginare è la caratteristica più bella e strategicamente funzionale per il futuro dei bambini: Filosofiacoibambini® può essere uno strumento per difenderla e stimolarla?
L’immaginazione è una facoltà mentale di ordine superiore che si serve di altre facoltà per raggiungere il suo scopo, ovvero, riuscire a pensare qualcosa altrimenti da come essa si presenta. Non sappiamo se sia la caratteristica più bella di homo sapiens, ma di certo è stata la più utile alla sua sopravvivenza, e lo è ancora. Grazie ad essa egli è riuscito a trovare la strada per allungare la propria vita, aumentare il proprio benessere, capire dove si trovava e in parte perché ci si trovava. Purtroppo, o per fortuna, è richiesta ancora molta immaginazione per far fronte al futuro imminente. Un futuro che per certi versi non era mai stato così complicato: 8 miliardi di persone, risorse limitate e in rapido esaurimento, disordini ecologici, economici e politici, malattie. Ma soprattutto l’involuzione della capacità immaginativa delle nuove generazioni, che negli ultimi 10 anni ha accelerato il passo. Il ruolo di Filosofiacoibambini® in tutto ciò, però, è puramente descrittivo. Noi siamo in possesso di strumenti che ci permetterebbero di uscire da questa situazione negativa per l’immaginazione, ma non siamo in grado di applicarli, né su grande, né su piccola scala, per ragioni di ordine sociale e burocratico (cambiare le cose, anche all’interno di un solo istituto scolastico, è estremamente difficile). Così, ci “limitiamo” a studiare il fenomeno, a raccontarlo, a raccogliere dati e a produrre teorie. È un lavoro estremamente interessante.
- “Lasciate giocare i bambini” è la raccomandazione che si fa a genitori troppo in ansia “da prestazione”, intenti cioè a programmare ogni attività in modo che “insegni” qualcosa, mettendo in secondo piano quanto invece c’è di rilassante e di liberatorio nel gioco. Insegnare Filosofia ai bambini va nella direzione di una “iper-sollecitazione” prestazionale dei bimbi o nella direzione del rilassamento?
Non si può insegnare filosofia a un bambino. La filosofia ha le sue regole, che non sono quelle del bambino. Dunque, a meno di non voler snaturare la filosofia o fare violenza al bambino, si dovranno tenere le due cose ben separate. L’idea che si possa fare filosofia per bambini o con i bambini è un mito, una moda che di tanto in tanto ritorna, ma che si regge sulle sabbie mobili. Filosofiacoibambini® vuol dire esattamente l’opposto. Vuol dire che è bene che la filosofia torni a interessarsi di bambini e di educazione, per apprendere da loro, per descrivere il loro pensiero, per capire come meglio intervenire in favore dell’immaginazione.
- Nell’applicazione dei vostri laboratori dedicati al gioco, cosa osservate e quali indicatori cercate nei gesti e nei comportamenti dei bambini?
Tutte le nostre attività sono costruite a contatto coi bambini. E sono realizzate nel loro ambiente “naturale”: la scuola. Non in laboratorio, né in ambulatorio. In questo modo riusciamo a raccogliere dati per la nostra ricerca e ad accumulare enormi esperienze in campo educativo. Il dato evidente è l’esistenza di un deficit d’immaginazione, del quale da qualche anno abbiamo iniziato a scrivere.
- Individuate già la presenza di stereotipi nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 6 anni? Se sì, il metodo Filosofiacoibambini®cosa mette in pratica?
Nel caso dei bambini non è corretto parlare di stereotipi. Lo stereotipo presuppone la fase concettuale, che nei bambini è in via di costruzione. Possiamo parlare però di false immagini. Troviamo che moltissimi bambini rivelano un’immaginazione deficitaria costruita solamente sulle false immagini che gli derivano dall’ambiente esterno. In altre parole, vivono di fantasie non loro. Concettualizzare su false immagini è la maniera migliore, poi, di adeguarsi agli stereotipi, anch’essi costruzioni mentali altrui (del potere, generalmente).