Ecco quattro bellissime storie per bambini con protagonista il lupo.
Già il lupo…… sempre e solo visto come il “cattivone” delle fiabe ma siamo così sicuri che questo ruolo sia sempre e solo riferito al povero lupo? Per carità la narrativa per bambini, ma anche per adulti, è ricca di molti personaggi “cattivi” che spaventano o forse affascinano i giovani lettori. Qualche esempio? La strega di Biancaneve, la matrigna e le sorellastre di Cenerentola, Ronno il cerbiatto cattivo di Bambi, Scar nel Re Leone e via dicendo.
Ma, concentriamoci sul lupo e chiediamoci perché affascina così tanto questo “solitario” animale. In questi ultimi anni le associazioni animaliste hanno dedicato parecchio spazio alla sua tutela onde evitare la sua estinzione. Di contro, altri sostengono che il lupo è cattivo, è pericoloso, uccide tutti gli animali degli allevatori, etc…. ma siamo certi che il lupo è cosi feroce, cattivo come vogliono farci credere queste persone?
In queste storie che vi illustrerò non necessariamente il lupo viene così descritto, anzi una sorta di riscatto emozionale esce dalle pagine di questi libri.
In “Affamato come un lupo” di Silvia Borando edito dalla Minibombo i piccoli animali del bosco stanno scappando perché sono venuti a sapere che sta arrivando un grosso lupo affamato. Tutti gli animali si salvano tranne il mulo perché testardo com’è non ha voluto ascoltare e seguire i suoi piccoli amici. Ora, in questa storia a differenza delle prossime tre che seguono, il lupo è ancora una volta dipinto come il classico predatore dei più deboli, ma se il mulo si fosse messo al sicuro con gli altri animali, la storia sarebbe finita così? Non credo proprio perché questa breve storia insegna che essere testardi nella vita e non accettare consigli o opinioni dagli amici (con la A maiuscola) o dalla famiglia può portare a conseguenze estreme come, in questo caso, l’essere mangiato dal Lupo. Di predatori nella società in cui viviamo purtroppo ce ne sono tanti e si manifestano quotidianamente in tutte le nostre relazioni sociali. Sta a ciascun individuo difendersi da tali “predatori” ma sta soprattutto alle generazioni più anziane saper consigliare e ascoltare le generazioni più giovani.
Nella storia di Geoffry de Pennart “Il Lupo è ritornato” il Signor Coniglio apprende dal giornale che il famigerato Lupo si aggira affamato nel villaggio. Anche gli altri protagonisti della storia (tranne Cappuccetto Rosso che si trova per sbaglio davanti alla casa del Signor Coniglio); i tre porcellini, la Capra con i suoi sette capretti, l’Agnellino e Pierino, leggono sul giornale locale la notizia del ritorno del Lupo. Tutti si rifugiano a casa del Signor Coniglio e nell’attesa probabile che arrivi il Lupo si mettono tutti d’accordo per farsi coraggio e difendersi da un eventuale attacco. Per smorzare l’attesa decidono di organizzare una bella cenetta. All’improvviso bussano alla porta e……..eccolo lì il Lupo cattivo. Contemporaneamente con un balzo tutti gli animali si gettano sul Lupo bloccandolo e “il Signor Coniglio inizia a parlare: << Lupo, non abbiamo più paura di te! Mettitelo bene in testa>> E poi aggiunge: << Se prometti, però, di fare il bravo e di raccontarci delle storie da lupi, allora, ti invitiamo a cenare con noi>>”. E cosi fu.
Morale della storia: l’unione fa la forza. Vero verissimo tutti insieme riescono a sconfiggere il Lupo ma contemporaneamente e forse contradditoriamente il Signor Coniglio chiede comunque al Lupo di raccontare storie di lupi, facendolo ridiventare protagonista della scena ma sotto una veste diversa, sempre di paura e terrore ma coinvolgente e ammaliante. Non è forse anche cosi nel nostro vivere quotidiano? Sì è cosi. I personaggi “fuori dalle righe” o i “diversi” etichettati cosi dalla massa in realtà vengono in qualche modo mitizzati suscitando curiosità e a volte ilarità nella società tutta.
Le ultime due fiabe degli Autori Lallemand e Thuiller dai titoli “Il lupo che aveva la testa fra le stelle” e “Il lupo che voleva cambiare colore” editi dalla Gribaudo, ci fanno conoscere un nuovo aspetto caratteriale del Lupo, quasi insolito direi, cui noi non siamo abituati a riconoscere.
Nella prima il protagonista appassionato di astronomia riesce a mettersi in contatto con una popolazione extraterrestre, i Lopi, i quali chiedono aiuto al Lupo perché il loro Re ha perso la voglia di ridere e vorrebbero che lo stesso Lupo gli racconti delle sue avventure per farlo tornare a ridere. Preso con la forza e trasportato sulla navicella spaziale dai Lopi, il nostro protagonista compie un viaggio interstellare tra nuovi mondi finchè non arriva al cospetto del Re. Inizialmente il Re non riesce a ridere alle storielle e battute del Lupo, ma, quando tutto sembra perduto, il Lupo inizia a saltellare e rimbalzare in modo tragicomico e questo fa si che anche il Re lo imita divertendosi cosi tutti insieme. Compiuto l’incarico il Lupo decide di tornare a casa sua contento e felice di aver fatto una buona azione, ma nello stesso tempo contento e felice di ritornare nel suo mondo tradizionale.
Nella seconda storia, invece, il nostro protagonista stanco del suo colore nero decide, per ogni giorno della settimana, di cambiarlo con diverse tinte pastello. Ahimè tutti questi colori non accontentano per vari motivi le esigenze del Lupo e alla fine decide di rimanere al naturale ed essere orgoglioso del suo fantastico colore nero.
In ambedue le favole troviamo, come dicevo sopra, una nuova “personalità” del Lupo. Qui a differenza di altre storie in generale o della prima storia che si è raccontata, l’animale è più socievole ed ha maggior volontà di conoscere ed esplorare nuovi mondi e nuovi personaggi. Sicuramente non ha la tipica ferocia e cattiveria come risulta ad esempio in Cappuccetto Rosso, ma nello stesso momento ci tiene a mantenere comunque le sue caratteristiche che lo contraddistinguono da sempre.
Le fiabe, come queste, non sono forse lo specchio della realtà in cui viviamo? Le persone e le famiglie che compongono la nostra società non sono forse costituite da individui che, a volte, si comportano contradditoriamente nelle relazioni con gli altri? Certo è che nessuno di noi ammetterebbe comportamenti incoerenti nella vita di tutti i giorni e nessuno di noi ammetterebbe che non siamo costanti e razionali con gli altri. Per fortuna, però, che ci sono fiabe come queste che lo ricordano ai grandi e ai piccini ogni volta che le leggono da soli o in compagnia.
Marco Picco
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